Energy Catalyzer: analizzato in Svezia il combustibile dopo la reazione

La polvere usata contiene
il dieci per cento di rame

Le analisi della polvere di nickel usata nell’Energy Catalyzer di Rossi, mostra che si forma una grande quantità di rame. Per Sven Kullander questa è la prova di una reazione nucleare.

Perché dal nickel venga a formarsi rame, il nucleo di nickel deve catturare un protone. Il fatto che questo forse si verifica nel reattore di Rossi è la ragione per cui è stato accennato al concetto di fusione fredda  – che comporterebbe la fusione tra nuclei di nickel e idrogeno.

Un termine che molti considerano essere più corretto, comunque, è LENR (Low Energy Nuclear Reaction) ovvero reazione nucleare a bassa energia.

Ny Teknik: Per quanto tempo si presume che la polvere sia stata usata nel processo?

Kullander:
Secondo quanto ci è stato riferito da Rossi, la polvere è stata usata ininterrottamente per 2 mesi e mezzo  con una potenza in uscita di 10 kW. Ciò corrisponde a un’energia totale di 18 MWh, con un consumo fino a 100 grammi di nichel e di due grammi di idrogeno. Se quell’energia fosse stata prodotta bruciando petrolio, sarebbero state necessarie due tonnellate di petrolio.

Ny Teknik: Che analisi avete fatto sulle polveri?

Kullander:
analisi degli elementi e analisi isotopica. Presso il Laboratorio Ångström di Uppsala (Svezia), l’analisi degli elementi è stata effettuata utilizzando la Spettrofotometria XRF. Il Dottor Erik Lindahl ha eseguito l’indagine. Presso il Centro Biomedico di Uppsala, sia l’analisi degli elementi sia l’analisi isotopica è stato fatto attraverso la Spettrometria di Massa a Plasma Accoppiato Induttivamente (ICP-MS) . Il Professore associato Jean Pettersson ha eseguito la misurazione.

Ny Teknik: Che risultati avete ottenuto dalle analisi?

Kullander: Entrambe le misure mostrano che la polvere di nickel puro contiene principalmente nickel, e che la polvere usata è diversa in quanto diversi elementi sono presenti, principalmente rame (10%) e ferro (11%). L’analisi isotopica mediante ICP-MS non mostra alcuna deviazione dalla composizione isotopica naturale di nickel e rame.

Ny Teknik: Come interpretate i risultati?

Kullander: Purché il rame non sia uno degli additivi utilizzati come catalizzatore, gli isotopi 63 e 65 del rame possono essersi formati solo nel corso del processo. La loro presenza è quindi una prova che si verificano reazioni nucleari nel processo. Tuttavia, è da rimarcare che il nickel-58 e l’idrogeno possono formare rame-63 (70%) e rame-65 (30%). Questo significa che nel processo, il nickel-58 originale dovrebbe essere cresciuto rispettivamente di cinque e sette unità di massa atomica durante la trasmutazione nucleare. Tuttavia, ci sono due isotopi stabili del nickel con bassa concentrazione, il nickel-62 e il nickel-64, che, plausibilmente, potrebbero contribuire alla produzione del rame. Secondo Rossi il rame non è tra gli additivi. 100 grammi di nickel era stato usato per 2 mesi e mezzo di riscaldamento continuo con 10 kW di potenza di uscita. Un semplice calcolo mostra che gran parte del nickel deve essere stato consumato, se è stato bruciato in una reazione nucleare. È quindi un po’ strano che la composizione isotopica non differisca da quella naturale.

Ny Teknik: Quali ulteriori analisi state pensando di fare?

Kullander: Non abbiamo nulla di preciso in programma. Se sarà possibile raffinare le misure isotopiche, ulteriori misure isotopiche sarebbero importanti soprattutto per ottenere una migliore precisione nel campo da 60 a 65 unità di massa atomica. Abbiamo anche discusso con Rossi dell’installazione di un Energy Catalyzer in un laboratorio di Uppsala per effettuare misurazioni più dettagliate, che potrebbero fare parte di una collaborazione scientifica con l’Università di Bologna.

Mats Lewan (06/04/11, Ny Teknik, Svezia)

traduzione di Daniele Passerini dell’articolo di Mats Lewan
The used powder contains ten percent copper
Questa voce è stata pubblicata in Fusione Nucleare Fredda, Nuove Energie Primarie, Ricerca - nuove tecnologie, Ricerca scientifica e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

3 risposte a Energy Catalyzer: analizzato in Svezia il combustibile dopo la reazione

  1. Francesco Dazzo ha detto:

    La notizia, così com’è data, fa pensare ad un esperimento portato avanti da studiosi svedesi, mentre invece la base dello stesso è di Rossi. É vero che l’artefice è citato, ma solo di “straforo”, mentre invece i laboratori e gli studiosi svedesi occupano in pieno la campitura.
    Detto questo, se l’esperimento ha le caratteristiche indicate, allora è valido senza “se” e senza”ma”, perchè vuol dire che il nichel, i quelle condizioni innaturali, mantiene il numero isotopico contro ogni aspettativa, ma allora… Che si aspetta per dare il via ad un processo industriale?…

  2. paolo manzelli ha detto:

    Cari Amici di AAE, sono convinto che la “catalisi” http://www.edscuola.it/archivio/lre/catalisi_ed_informazione.htm
    sia un fenomeno che rimane da capire come interscambio di Energia di Informazione ( I = quanto agisce nel modificare le forme di Energia) Infatti la Catalisi la forma) proprio in quanto la catalisi non agisce solo nell’ accellerare la dinamica della traformazioni ma anche permette di cambiare la struttura dello spazio-tempo e con essa modificare le relazioni tra le forme di energia – materia ed informazione .Recentemente la attivita’ catalitica e’ stata messa in evidenza dai processi LERN ( Low Endergy Nuclear Reaction )denominati “Energy Catalizer” nei quali in presenza di vapor d’ H2O ad alta pressione su un catalizzatore nano-strutturato di Pt/Nichel si ottiene la trasmutazione Nichel -Rame. In questo caso la energia di informazione potenziale (I) contenuta in superficie delle nano strutture riesce a trasferire un protone ; infatti perche il nickel venga a formarsi in rame, il nucleo di nickel deve catturare un protone e liberare Energia secondo la formula di trasformazione (d) catalitica . Vedi Energia di Informazione in : http://www.edscuola.it/archivio/lre/ENERGIA_INFORMAZIONE.pdf
    Un caro saluto e Buona Pasqua ,23/APR/11
    Paolo Manzelli LRE@UNIFI.IT

  3. Antonio_DS ha detto:

    Io sono invece dell’idea che si parli impropriamente di fusione fredda, mentre si tratti in realtà delle reazioni piezonucleari scoperte e spiegate dal Prof. Cardone: http://www.youtube.com/watch?v=HwLNfpMZOpY

Lascia un commento